Il viaggio spirituale di Ian Astbury, dalla riserva al palcoscenico

Ian era solo un ragazzino di undici anni quando si trasferì nel 1973 con la sua famiglia dall’Inghilterra in Canada, a Hamilton (Ontario). Fin da subito cercò di integrarsi nel nuovo ambiente scolastico e si unì ad una vita multiculturale nella quale erano presenti anche alcuni ragazzi nativi americani. Un giorno, che diventò cruciale, durante una gita scolastica alla riserva delle Sei Nazioni, Ian ebbe un’illuminazione che gli cambiò la vita. Annoiato dai percorsi guidati “preconfezionati” organizzati dalla guida turistica, si allontanò dal gruppo e si avvicinò ad un gruppo di bambini nativi che giocavano allegramente a lacrosse. Ricordiamo che Ian è sempre stato affascinato dalle diversità considerandole vere e proprie fonte di forza e resilienza. Osservandoli correre liberi e spensierati, Ian provò una sensazione profonda di appartenenza che non aveva mai sperimentato prima. Quella sensazione si accentuò quando sedette accanto a un anziano nativo che fumava la pipa sui gradini di una casa. L’uomo gli sorrise gentilmente e in quel momento Ian ebbe la conferma di sentirsi veramente a suo agio in quel luogo e con quella gente. Fu allora che nacque in lui la passione per la cultura, lo sciamanesimo e la filosofia dei nativi americani. Quella visita e quell’esperienza alla riserva segnarono profondamente il giovane Ian. Iniziò a leggere, studiare e informarsi sulla storia, la spiritualità e le tradizioni dei popoli nativi americani, sempre più affascinato dal loro profondo legame con la natura e la Terra. Quell’interesse costante lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, influenzando marcatamente anche la sua carriera musicale con i Cult. Anni dopo, Ian avrebbe quindi affrontato nei testi delle sue canzoni riferimenti a queste esperienze, cercando di trasmettere soprattutto quel messaggio di armonia con il circostante che aveva imparato a conoscere dal mondo nativo americano. Quell’incontro fortuito nella riserva delle Sei Nazioni aveva piantato un seme decisamente importante che sarebbe cresciuto gradualmente nel tempo, plasmando la sua visione artistica e personale. Questa influenza divenne un tratto distintivo dei Cult, differenziandoli da altre band dell’epoca. Ian cercò sempre di integrare elementi spirituali e mistici anche nei loro show, creando un’atmosfera unica. La sua voce potente e carismatica dava vita a testi intrisi di riferimenti allo sciamanesimo. Nonostante il successo commerciale, Ian rimase fedele a quella visione giovanile, continuando a studiare e approfondire negli anni l’universo e le tradizioni dei nativi americani. Quell’incontro con i ragazzi e l’anziano in quella riserva, aveva acceso in Ian una scintilla che non si sarebbe mai spenta. Attraverso il suo percorso in musica, Ian Astbury è diventato un ponte fondamentale tra culture, portando la saggezza e la spiritualità dei nativi americani nel mondo dell’hard rock.

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