Il giovane Joey Tempest e la nascita di The Final Countdown

Correva l’anno 1981 e un ragazzo svedese di 17 anni di nome Rolf Magnus Joakim Larsson si trovava nella sua stanza tentando di concentrarsi su una tastiera Korg Polysix presa in prestito dal suo amico e futuro compagno di band Mic Michaeli. Quello che ancora non poteva sapere era che quei magici momenti avrebbero cambiato per sempre il corso della sua vita e della storia. Il giovane Joey, diminutivo di Joakim, era all’epoca uno studente di un corso triennale in materie tecniche ma aveva sempre avuto una profonda e incontrollabile passione per la musica. I professori comunicavano spesso alla famiglia che il ragazzo mancava quasi completamente di concentrazione nel percorso formativo. La scuola, quindi per lui, era solo un fastidioso obbligo imposto dalla madre, che sperava in un futuro più “sicuro” per il figlio. La mente del giovane era quindi perennemente rivolta a quello che sarebbe diventato il suo futuro luminoso. Le sue notti erano un susseguirsi di prove con la band, feste e concerti. Thin Lizzy, Whitesnake, Joey non si perdeva un’occasione per vedere dal vivo i suoi idoli quando passavano da Stoccolma.  Quella notte però, mentre sperimentava alcuni ancora acerbi percorsi con la tastiera presa in prestito da Mic, Joey trovò qualcosa di speciale, un suono decisamente curioso che catturò immediatamente la sua attenzione. In un momento di pura ispirazione, le sue dita iniziarono a danzare sui tasti, creando quella che sarebbe diventata una delle melodie più riconoscibili della storia del rock. In pochi minuti, Joey aveva composto il nucleo di “The Final Countdown”. Registrò una veloce demo di un minuto, senza versi, solo con quel motivo particolare. Il risultato fu grezzo, incompleto, ma Joey ne fu entusiasta. Curiosamente, durante il processo creativo, la canzone fu temporaneamente chiamata “The Final Breakdown”. Un piccolo dettaglio che dimostra come anche i più grandi successi possano nascere da idee in continua evoluzione. Joey non poteva immaginare che quella melodia avrebbe un giorno raggiunto il numero uno in 25 paesi in tutto il mondo. Non sapeva che avrebbe trasformato la sua band, gli Europe, da sconosciuti ragazzi della provincia svedese ad una delle formazioni più acclamate del pianeta. Quella notte, Joey era solo un ragazzo poco più che adolescente con una tastiera in camera, tanta passione e un sogno. Un ragazzo che preferiva dedicarsi alla musica piuttosto che concentrarsi sui suoi studi tecnici. Un giovane che, seguendo il suo istinto, avrebbe raggiunto grandi risultati. Ecco la vera magia della vita, quando tutto sembra allinearsi, quando l’impossibile diventa realtà. È proprio in questi momenti che vediamo l’inaspettato prendere forma, ricordandoci che a volte i nostri sogni più grandi possono davvero avverarsi.

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